FUGGI DA FOGGIA NON PER FOGGIA MA PER I FOGGIANI ...

martedì 15 febbraio 2011

CENNI STORICI ......

In Foggia Ferdinando D'Aragona, nel 1480 riunì un parlamento generale e stabilì il centro dei preparativi per la spedizione contro i Turchi dopo la presa di Otranto. 
Si ricorda che Federico II migliorò la formazione del governo della città e che Ferdinando, il cattolico, concesse vari privilegi, confermati più tardi dall'imperatore Carlo V con diploma dato a Bologna il 26 febbraio 1533.



In forza di detti privilegi fu concesso ai reggimentari (gli odierni consiglieri comunali) un seggio speciale nella chiesa matrice durante le funzioni liturgiche, privilegio ampliato il 4 giugno 1703 da Filippo V di Spagna il quale concesse agli stessi l'uso di sedie a bracciuoli con cuscini di velluto verde ricamati in oro e ugual cuscini ai piedi, infine dava loro l'onore e il privilegio di reggere le aste del baldacchino durante le processioni del giovedi e del venerdi santo e in quella del Corpus Domini. 
Al tempo della dominazione borbonica Foggia fu fra le città più predilette del reame di Napoli a tal punto che nel 1797 fu designata per la celebrazione delle nozze tra il principe ereditario Francesco I e l'arciduchessa d'Austria Maria Clementina. In quella occasione la corte reale si portò a Foggia, per attendere l'arrivo a Manfredonia della sposa e vi rimase per due mesi, finchè con grande pompa, il 25 giugno, nella chiesa collegiata, sfarzosamente addobbata e illuminata, si celebrò il sacro rito con messa pontificiale cantata da mons. Spinelli, vescovo di Lecce, essendo morto quello di Troia, ed eseguita da una grande orchestra, diretta dal maestro Giovanni Paisiello. A ricordo del lieto evento, nella chiesa maggiore fu murata una lapide con epigrafe. 
Al tempo della costituzione della Repubblica Partenopea, Foggia fu proclamata capitale della Capitanata e del Molise, l'8 maggio 1806 e il 23 marzo 1807 fu visitata da Giuseppe Bonaparte e l'anno seguente da Gioacchino Murat. 
Restauratisi i Borboni sul trono di Napoli, tralasciando gli altri benefizi concessi alla città, non ultimo nè inferiore agli altri fu quello che, il re Ferdinando II accolse favorevolmente e contribuì efficacemente alla soluzione della secolare questione per l'autonomia religiosa di Foggia, la quale finalmente assurse agli splendori dell'antica Arpi con la sua erezione a sede vescovile. 
Con la costituzione del regno d'Italia, Foggia non fu tenuta in minor conto delle città sorelle e la storia registra le frequenti visite dei reali di Casa Savoia. Così la mattina del 21 maggio 1874 il principe ereditario Umberto e suo fratello Amedeo, duca d'Aosta, venuti a Foggia per l'inaugurazione di una mostra agricola, si recarono nel duomo e innanzi a due inginocchiatoi ricoperti di velluto rosso, fregiato d'oro, assistettero alla S. Messa, celebrata nella Cappella dell'Iconavetere. Il 16 novembre 1878 Foggia ospitò i sovrani Umberto I e Margherita di Savoia con l'allora principe erditario, Vittorio Emanuele, il quale da re ritornò il 4 giugno 1928 per la solenne inaugurazione del monumento ai Foggiani, caduti nella grande guerra del 1915-1918, assistendo anche ad una funzione religiosa col canto del Te Deum, celebrata nella cattedrale, allora riaperta al culto dopo radicali restauri. 
Vennero i tristi giorni della recente guerra e i duri bombardamenti del 1943, che ridussero la città a un cumulo di rovine e ad un vasto cimitero. Molti si salvarono con al fuga e la Vergine stessa, nei suoi antichi simulacri, si allontanò dalla città divenendo profuga per consolare i suoi figli dispersi; per questo il Sacro Tavolo dell'Iconavetere stette in San  Marco in Lamis e l'Incoronata (la statua della Madonna) a Troia, finchè, cessato il pericolo, tornarono alla città diletta, accolti da un profluvio di lagrime di riconoscenza.

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